Tempietto Moncucco
Chiesa di San Lucio - wikipedia
Perchè e' importante per il Rischio
Questo luogo non e' visitato perche "sede" di un rischio, ma e' un luogo identitario della Citta' di Brugherio. Il Nucleo ANC Brugherio e' specializzato nella Salvaguardia dei Beni culturali (SBC) e questo sito e' certamento centro di attenzione nel caso di necessita' (www.anc-beniculturali.it)
Il tempietto di San Lucio papa fu forse progettato da Tommaso Rodari, architetto influenzato dalla lezione bramantesca in Lombardia, o dal Bramante stesso. Eretto a Lugano tra il 1520 e il 1542 come cappella di Sant'Antonio da Padova, il tempietto era annesso al convento di San Francesco[3]. Si sa che tale edificio si trovasse nella città svizzera per una serie di testimonianze epigrafiche ed iconografiche: infatti, l'iscrizione di Giulio Pocobelli del 1813 e l'incisione del panorama luganese del XVII secolo testimoniano la presenza di questa cappelletta a Lugano. Quando poi Napoleone soppresse tutti gli ordini religiosi, l'edificio venne messo all'asta nel 1812 dal Gran Consiglio del Canton Ticino, venendo acquistato da Natale Albertolli, facoltoso imprenditore fratello dell'architetto milanese Giocondo Albertolli. Questi, affascinato dalla grazia dell'edificio, riuscì a salvarlo dalla demolizione progettata dal fratello Natale, intenzionato a ricavare materiale da costruzione dalle spoglie del tempietto. Giocondo ottenne ciò grazie al mecenatismo di Gian Mario Andreani (1760-1830), fratello di quel Paolo primo aviatore in mongolfiera dei cieli italiani, che lo acquistò, chiedendo all'architetto Albertolli di "portarlo" nei pressi della Villa di Moncucco.
Giocondo Albertolli, per riuscire a trasportare il tempietto da Lugano fino a Moncucco, optò per una strategia estremamente rischiosa e laboriosa: smontarlo e, poi, ricostruirlo vicino alla Villa Sormani del conte Gian Mario. Per fare ciò, l'architetto milanese lo fece prima smontare, trasportarne i pezzi lungo il Lago di Lugano, poi via terra fino a Como, imbarcati su una nave che avrebbe percorso decine di chilometri lungo il Naviglio della Martesana fino al porto fluviale detto "Ponte Mattalino", e qui scaricati nei pressi del possedimento del conte Andreani. I lavori durarono ben diciassette anni: si iniziò tra il 1815 e il 1816[7], per continuare fino al 1832[8]. La cappella di Sant'Antonio, ormai separata da un monastero, assume una sua dimensione originale e a sé stante, divenendo quindi "tempietto" e venendo dedicato a San Lucio.
Il Tempietto tra Ottocento e Novecento: dai Sormani al restauro del 1992-1994. Gian Mario non poté vedere l'opera realizzata: morì infatti nel 1830[11]. Il tempietto seguì poi i passaggi di proprietà della villa e le vicende storiche ad essa connessa. Passata in eredità al cugino di Gian Mario, il conte Sormani, il tempietto vide, sul finire del XIX secolo, più volte Umberto I e Margherita di Savoia come fedeli partecipanti alla messa domenicale. Gli ultimi proprietari della Villa Sormani e del Tempietto, gli Stanzani, decisero di vendere il complesso al Comune di Brugherio (1987). Questi, tra il 1992 e il 1994, si adoperò perché il tempietto venisse restaurato e portato agli antichi splendori. Il 1994 vide infatti la solenne inaugurazione davanti alle autorità civiche di entrambi i comuni, portandoli ad un riavvicinamento culturale.